Replying to L'apprendista e lo stregone

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  1. Posted 21/7/2015, 22:39
    E certe volte torno a casa, dopo aver lasciato la mia principessa nel castello. Che non si comincia un racconto con la e congiunzione. E lei non vuole essere una principessa, ma un'artista. Però non ha importanza, perché per me è entrambe le cose, perché dovrebbe avere un proprio regno per quanto è speciale. E per come è speciale, lo riempirebbe di arte.

    Certe notti torno a casa e lui mi fissa. È nella vetrata di una carrozza che sfreccia nitriti (sali di HNO2) mentre mi taglia la strada. È nelle pozzanghere che ha messo a terra di proposito. È dentro gli occhi di un passante più forestiero di me. Uno sguardo nello sguardo, eppure più reale del primo. I soli più piccoli dell'universo, abbastanza caldi da incenerirmi l'anima sfrigolante. Soul 'n chips.

    Certe notti un cane randagio mi guarda in modo strano e mostra i denti. Non come se ringhiasse e mi volesse azzannare la gola. Come se ridesse. E mi volesse azzannare la gola. O un gatto che si burla di me. Un topolino che si fa inseguire senza nemmeno un flauto.

    Certe notti è nella luna che vedi oltre al palazzo in fondo alla via. E ti rendi conto che la rifletti come questa riflette il sole.

    E poi vedi quella vera in un'altra direzione e ti volti nel panico a cercare quella di prima, ma è come se l'avessi solo sognata.

    Venitemi a dire che siamo più reali dei sogni. Più reali delle ombre. Come pretendere che la pioggia non ti bagni, così i sogni ti bruciano. Ti marchiano a fuoco. Così ti ritrovi che la sua risata è al posto del colpo di tosse di un passante.

    Cammino di notte ed il suo sguardo me lo sento addosso ogni volta che smetto di pensarci.

    Ed io cerco di non notarlo, a quanto pare. Perché lo stregone potrebbe prendermi con sé in ogni momento.

    Mi ha tirato fuori da sotto al letto. Mi ha dato forma umana. Quando non ero che un mostro, il mio personale dr.Frankenstein all'incontrario. Che ha strappato un incubo alla fantasia e l'ha portato nel mondo della veglia.

    Sono legato allo stregone. È un patto più forte del sangue. È scritto con la stessa oscurità più fredda. Che devo essere suo oppure nulla.

    E sembra la strada più facile. Camminare sui rasoi di ghiaccio a piedi nudi. Molto più facile se non conoscessi il calore dei dolci prati erbosi su cui passeggiare con la mia principessa.

    Invece così è più difficile. E sai cosa? Adesso basta.

    Adesso sei lì da troppo tempo che fai finta di essere addormentato.

    A farti increspare la barba in un "sarà un sorriso?" alla tremolante luce di una candela, quella stessa che ci ha illuminati mentre naufraghi danzavamo, io e la mia artista.

    Adesso ne ho avuto abbastanza. Adesso facciamo che mi prendo tutto. È inutile che ti arrabbi e minacci di ricacciarmi da dove sono venuto. Non hai capito bene chi sono io. Sotto la pelle australiana. Sotto il mio umorismo pseudo britannico e le mie citazioni. Sotto il bisogno di essere amato e la paura dell'abbandono. Sotto il mio orgoglio auto imposto.

    Stai pensando che un uomo non potrebbe tenerti testa. Che non posso fare io superuomo che si parli di Nietzsche o di Clark Kent.

    Bene, stolto. I mostri schiacciano i supereroi come mosche. Forse mi confondi con quelle creaturine che fanno piangere i bambini e lui tengono svegli di notte.

    No.

    Il mio genere di mostro è quello che porta via il sonno a uomini fatti e finiti. Anche agli assassini ed altri mostri più piccoli.

    Non mi terrai sotto, proprio no. Vieni, stregone. Sarò il tuo apprendista. Umile e devoto. Ma ricordati che tu non sei fatto che delle tue formule magiche e misteriose. Io te le prenderò tutte, divorandoti un pezzo alla volta.

    Proprio come un mostro.

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