1. Krampus
    Senza parole

    AvatarBy The australian skin il 13 Oct. 2017
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    Da febbraio a oggi è tutto ed è niente. È decisamente troppo tempo che non scrivo al punto da pensare che sia una sorta di crampo alle dita (da cui il titolo, che è anche il mostriciattolo che porta il carbone ai bambini cattivi a Natale), ma ora che riprovo a muoverle sopra la tastiera sanno benissimo quello che devono fare, quella manciata di soldatini ben addestrati che, anche quando non sono in trincea, sanno bene come tenersi in forma.

    Direi che sia perché non c'è niente di cui parlare, ma invece c'è. Diamine se c'è. Ed è un "diamine" compromesso per non scrivere volgarità, cosa che non amo fare, come regola generale. Oh, regola generale si dice "Rule of thumb", che si lega bene al discorso dei soldati e le dita di prima e ora sto pensando al Generale Pollice, che non si immischia nella guerriglia dita-tastiera, ma supervisiona dall'alto (ma nemmeno troppo), con gli scarni aiuti diretti come tenere premuto "Alt" quando voglio scrivere la "e" accentata maiuscola (perché mettere l'apostrofo è da bifolchi).

    Ce n'è da parlare e quindi anche da straparlare, a straripare. Non ci riesco solo. L'elefante nella stanza è che è morto Nino. Da un mese e mezzo. E io sono sommariamente sereno. Che non è possibile. Succedono miracoli attorno a me e io guardo semi-compiaciuto, come quando succedono dietro il telone di un cinema (che, tecnicamente, succedono alle nostre spalle, nel proiettore e in realtà nemmeno, perché quelli non succedono). Succede che, quando porto il modellino dello Spider per Carot alla Botte, decido di passare a vedere come si sono incollate le pietruzze al plastico (soddisfatto, by the way) e, come avevo fatto la prima volta, parlo ad alta voce immaginando di parlare con Nino. Non credo che nessuno mi considererebbe pazzo per questo, nemmeno se qualcuno effettivamente mi vedesse: è pieno di pazzi per strada che parlano da soli mentre fanno cose e un attento osservatore può dedurre che siano al cellulare con un auricolare e un osservatore scettico ribatterebbe che il primo osservatore non può provarlo e il primo osservatore si rifarebbe deridendo il secondo screenshottandone il post che dice che il sole è un portale di luce in un certo gruppo whatsapp, dove un'altra ritrova sfruttata senza citazione una propria segnalazione su un post altresì squinternato. Yowzah, quattro righe (qui nell'editor) da quando ho raccontato che parlo con il plastico di Nino! Verba volant, scripta manent, ma qui volant anche i primi, né! E comunque parlo a Nino, che è piccolo piccolo adesso e sta dentro al plastico, di come Botte dica che Carot se la stia passando male e gli dico che andremo a trovarlo, parola di lupetto.

    Nel mentre -cambio paragrafo solo per farvi riprendere fiato- Log si sta mettendo a letto e sta per sognare Nino, al cinema, che lo rimprovera, per poi trovarsi un mio messaggio alla mattina che gli dice che dobbiamo fare questa missione...

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    Last Post by The australian skin il 13 Oct. 2017
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  2. Dreams and the ones
    Nonché quanto possa reggere un cuore

    AvatarBy The australian skin il 5 Feb. 2017
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    Non ho più una depressione dietro la quale nascondermi, adesso. Adesso che sono caduto e non mi sono rialzato in fretta come avrei dovuto. Adesso che la mattina è un'allettante promessa di un letto caldo a cui impegnare il mio futuro, fingendo di non saperlo.

    È che ogni giorno c'è sempre quello dopo. Finché non c'è più e lo so bene, benissimo.

    Tutti mi ripetono che non è troppo tardi, eppure mi continuo a crogiolare nei miei oggi, fiducioso che domani cambierà qualcosa in me, che la farò cambiare.

    Speriamo in bene. Tre parole che non hanno mai salvato nessuno.

    Però non ci sto. Mi spaventa quanto possa essere difficile ricominciare ancora. Se io ce la possa fare o debba cambiare ancora. Scoprire se sono già cambiato oppure no. Non mi va di parlarne. Tutto quello che voglio è continuare così nel mio torpore, ma non posso.

    Putrescenza, dicesi.

    Ma c'è una cosa che non mi può togliere questo periodo di negligenza dal quale... stavo per scrivere "sono fermamente deciso a uscire", ma no, non rende l'idea. "devo uscire" è scontato, è l'oggetto del procedimento, non il provvedimento. "Uscirò" è più chiaro. È la gabbia contro cui sbatte il demone bestia, appurato che non lo fa per rompere le sbarre, ma per spaventare chiunque voglia avvicinarsi. Ora è giunto il momento di trascinarlo fuori a calci, di nuovo.

    La cosa che non mi può togliere è che so quello che posso fare. So di essere in grado di fare cose molto belle e di quanto valga di più quando mi ci impegno.

    Il fatto è questo. La vita non la smette di tirarti merda addosso, puoi farci poco o niente. Mi hanno abbandonato, isolato, denigrato, mi hanno fatto sentire impotente, mi hanno portato via un fratello, hanno svenduto il legame che con questi avevo, sono venuti fin dentro casa mia a dirmi che la mia opinione non conta un cazzo e non mi hanno nemmeno preso in considerazione quando ho invocato il rispetto per me. E ora è morto mio nonno.

    Ma la vita non la smette nemmeno di tirarti addosso cose belle, se gliene dai l'occasione. Non è così difficile, devi far rotolare i dadi. Hai visto che si può fare.

    Devi smetterla di dormire e ricominciare a sognare, perché eri fantastico. Idiota come sei sempre stato.

    Soprattutto adesso che quella strada è finita, ne hai bisogno per vedere come continua, anche se di qui cambierà nome sarà sempre quella strada, quella rotaia. Glielo devi.

    Hai tante occasioni, quante ne vuoi. Tutti dadi che devono girare e sono lì a prendere polvere.

    Puoi creare cose fantastiche.

    Puoi scrivere cose che smuovono anime.

    Puoi farti un futuro solido.

    Puoi addirittura farti una famiglia.

    Non ha nessun senso metterti a paragone con gli altri e poi sai di avere doti che in pochi hanno, che hai cervello e braccia e cuore. E sei persino bello un po', via. Te l'ha detto lei, cosa vuoi di più?

    Cervello e ...

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    Last Post by The australian skin il 5 Feb. 2017
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  3. Meanwhile, in Australia
    Curiosità dal mondo della medicina di un universo parallelo

    AvatarBy The australian skin il 8 July 2016
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    Data la scarsa concentrazione di popolazione, l'Australia non è nota per molte scoperte scientifiche; tuttavia, nel 2016, due ricercatori di origine rispettivamente Neozelandese e Svedese, poterono compiere delle ricerche neurologiche sulla condizione di cefalea a grappolo, di un paziente che chiameremo N.

    I ricercatori, osservando il paziente in momenti di crisi, diedero il soprannome, Cefalea del Sorriso alla malattia. Il che li fece scontrare con altri studi, francesi, che la definivano Cefalea del Suicidio.

    Dopo un'intensa attività epistolare, non comprendevano come mai, solo il loro paziente, in momenti in cui gli elettrodi registravano picchi di dolore particolarmente intensi e prolungati, fosse incline ad assumere per qualche secondo un'aria serafica, alla quale corrispondeva un breve calo delle sollecitazioni nervose.

    Il nome cefalea da suicidio era dovuto al fatto che, durante crisi particolarmente lunghe, alcuni pazienti avessero tentato, o almeno pensato, di togliersi la vita per far cessare il dolore.

    Infine i ricercatori australiani si rivolsero al paziente per avere una risposta alla loro domanda: perché sorrideva?

    Il paziente, che al di fuori delle crisi era una persona ragionevole, rispose loro che anche lui valutava l'idea di togliersi la vita, nei picchi più drammatici, ma che questo lo portava sempre a considerare che cosa avrebbe perso e raccontò loro di una ragazza staordinaria e luminosa, che aveva la fortuna di frequentare.

    I due ricercatori rimasero indispettiti: per quanto le loro ricerche avessero dato risultati promettenti in quell'ambito, ogni risvolto in termini di progresso medico era impossibile in quella direzione. Stando alla descrizione del ragazzo, infatti, non era davvero possibile procurare a qualsiasi paziente soffrisse di cefalea a grappolo una ragazza anche solo lontanamente paragonabile a quella.
    Last Post by The australian skin il 8 July 2016
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  4. Scusa, Dio, posso riavere la mia faccia?
    Se hai finito di prenderla a calci, dico

    AvatarBy The australian skin il 14 Mar. 2016
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    Un certo astio verso i lunedì è sempre manifesto, da parte di garfield e del mondo mondiale. Tuttavia questo è un po' più specifico, tra le peme esistenziali della mia dolce, i melodrammi di mia madre e gli attentati tipo Isis di mio padre.

    Che è una battuta razzista, ma io la posso dire, piccolo vantaggio di avere la pelle australiana.

    Che poi capirai, le poche volte che ho cercato di fare razzismo in modo ironico perché sono straniero, non hanno capito e si sono offesi lo stesso.

    Andiamo in ordine sparso, cominciamo dal succitato padre. Chiamarlo padre è un po' banale, però, devo trovare un nome che inquadri bene il personaggio. Fuma tanto ed è sempre vestito di scuro, magrissimo, barba incolta o, peggio, pizzetto alla Cardinale Richelieu. Lo chiamerò Ritchie, Ritchie Grigiofumo.

    Allora Ritchie è un po' che rompe: non mi ha ridato i soldi dell'assicurazione, non mi darà quelli della prossima rata, dice, non mi pagherà nemmeno le tasse universitarie, mi chiama il giorno prima o il giorno stesso per qualunque cosa, mi ci fa mettere i soldi e mi riempie di piccoli pagherò.

    Non è un problema, è una noia. Con Ritchie Grigiofumo è meglio averci a che fare il meno possibile.

    Domani mi vuole a Milano per andare a prendere zio con lui e l'altro zio.

    Onestamente ci sarei andato più volentieri solo con suo fratello o, al limite, solo con lui.

    Il fratello, che chiameremo Randy, è il classico 50enne a cui hanno dimenticato di dire la sua età. Randy ti saluta dicendo "ciao, giovane! Che si dice, trombi?" Non è troppo imbarazzante, se gli dai corda ridi un sacco!

    Invece Ritchie si scandalizza alla prima parolaccia, ritiene che l'espressione "come va?" sia offensiva e con lui si può parlare solo di cose che non lo riguardino affatto, o comincia a trattarti come una spia del KGB.

    Ora, per quanto io possa relazionarmi con ognuno di loro, con tutti e due insieme mi risulta davvero troppo impegnativo.

    Poi magari domani mi sveglio pieno di buoni propositi. Magari.

    La mia bella, invece. Con tutto il caos dell'attuale situazione lavorativa, non trova prospettive durevoli e vuole andare a vivere a Londra.

    Posto che è la stessa idea che ha mia sorella- il cui valore professionale si ferma, però, a sdraiarsi davanti a una porta per bloccare gli spifferi e che conosce solo l'inglese dell'Avellino sud orientale- e questo la svaluta a priori, mi rendo conto che sarebbe una bella idea.

    Ma a fare la ragazza alla pari?! Non ce la vedo neanche un po'. Non è questo il punto, comunque, è semplicemente che l'idea di perderla mi fa a pezzi. Mi lascia una sensazione di vuoto dentro al petto.

    Ed ecco che l'ho rifatto. Ho messo la mia vita in subordinazione alla vita di coppia.

    Ci ho pensato molto, correndo. Se andasse davvero io la seguirei. Non importa quanto tempo ci metterei, terrei la testa...

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    Last Post by The australian skin il 14 Mar. 2016
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  5. La bomba al fosforo tra l'aorta e l'intenzione
    Minutes to blast

    AvatarBy The australian skin il 24 Dec. 2015
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    It's Xmas time. Again. Possibly about one year has passed from my silent whines about suicide. Funny how things turn fast, as the hypothetical extreme consequence becomes from killing oneself to make a slaughter.

    Of course I won't actually commit any of those, but fantasies help to bear situations, whether it's a boring speech or troublesome family. Or to save word, family.

    Fact is I'm being really underestimated. To say I'm being treated poorly it's an euphemism. I drive all the way people around, never being thanked, occasionally they acknowledge how much I'm committing, but I'm holding on.

    I won't give up, I won't give in, because when all of this will be over, I want to be sure I did the best thing.

    I don't give a single penny to what my mother or my sister think of me.

    As a matter of fact I'm just human, after all. I also have to live my own life and, furthermore, I totally WANT to live my own life. Because it's great. Because I'm a lucky man and I'm in love and I have many ambitions.

    Geez. My ambitions. It's like when you look a scene and suddenly focus on the closer objects. They were there ask the times, but you were just trying to hard to figure what all those little stuffs, far in the background are.

    But those are probably just this. Little, far and background. Unimportant, irrelevant.

    Still I'm bearing a lot of stress, but luckily I've managed worse. I'm just regretting the times when I'm venting, showing that I'm not actually made of steel.

    I really hope the only countdown I will hear soon it's new year's eve and not the bomb in my brain.

    I had to think of my tree. My hiding, safe spot. Nobody can reach me there, on those bended branches, where I can read in peace. This tree which will survive the universe, impossible to cut, impossible to wreck, that can't rot away, because it's always rotting and renewing from itself, the tree with its roots planted so hard and firmly in the soil of time.

    I'm not made of steel, indeed I'm not. I'm nickel and I'm not the hardest metal. I'm soft and I'm not a noble element. I can rust and be melted, but I'm over greater deeds. I can make unoxidable alloys, I can split the atoms and event unite them.

    So as always, keep calm and watch me shine.
    Last Post by The australian skin il 24 Dec. 2015
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  6. Restless
    Ancora una cosa

    AvatarBy The australian skin il 18 Nov. 2015
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    Sono stanco. Sono davvero a pezzi. Ma devo scriverlo questo, perché è importante questo.

    Il mostro è fuori e scrive su questa tastiera. Non è un mostro che vuole fare del male, non è più terrorizzato e chiuso in gabbia, non gira più con un doppiopetto in acciaio temperato. È un mostro che ha paura di farsi male, di sanguinare. È un mostro razionale, che sa mettere le cose al loro posto. È un mostro che sa che vivere è come camminare scalzi su un letto di cocci di vetro, ma sa che vale la pena per poter correre a piedi nudi sull'erba.

    Tre parole che salvano l'universo.

    Non è un'esagerazione, so che potrebbe sembrarlo. Tre parole che salvano l'universo dal dolore, dalla tristezza, dalla morte, dalla disperazione, dalla solitudine.

    In principio vennero creati il cielo e la terra. La terra era una massa senza forma e vuota; le tenebre ricoprivano l’abisso. Poi venne la luce e si separò dalle tenebre e nacquero il giorno e la notte. Tuttavia nessuno sa che fine avesse fatto, l'Abisso.

    Laggiù, in un posto in cui nemmeno la luce vuole entrare, per il ribrezzo ed il terrore, il buio si estende per una lunghezza incalcolabile. Laggiù sembra ancora di sentire il Battito della Bestia che martellava il ferro della propria gabbia, ma è soltanto più un eco.

    Laggiù, ormai è vuoto. Non ci vive più il Demone-bestia. Non ci vive più nessun ragazzino biondo.

    Ora il Demone-bestia è fuori. Cammina tra la gente, sente il loro dolore, vede i loro problemi. Vede il modo in cui ride un bambino.

    Quassù, il Demone-bestia sa che il suo solo limite è il cielo. Ed ha intenzione di sfondare anche quello, colpo dopo colpo.

    I miei migliori auguri a tutti coloro che sanno essere fortunati come me.
    Last Post by The australian skin il 18 Nov. 2015
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  7. The caretaker
    Tenere il conto

    AvatarBy The australian skin il 12 Oct. 2015
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    Una serie di impulsi elettromagnetici parte da un cellulare, arriva fino ad un ripetitore, che, con il bagher più potente mai realizzato, lo scaglia al satellite, che lo schiaccia verso il suolo, dove un altro ripetitore lo alza per il mio cellulare. Drin drin. Come se i telefoni facessero ancora drin drin. Uso talmente poco la suoneria da non essermi nemmeno disturbato a cambiarla da quando ho resettato il cellulare. Comunque rispondo ed è Carlo.

    Emulo delle prodezze di cugini ad alta frequenza della luce, una serie di impulsi passa dal mio orecchio al cervello al sistema linfatico. Adrenalina pompata nel sangue, serotonina che si aggrappa alle sinapsi, mascella che si serra.

    Lo riconosco subito, ma devo essere sicuro. Chiedo chi sia e mi risponde. Forte tentazione di chiudere la chiamata.

    "Cosa vuoi?" razza di tossico schizofrenico e putrido lo aggiungo dopo aver chiuso le virgolette.

    E comincia scusandosi per tutto quello che è successo a Napoli.

    "Carlo, quello che hai fatto è troppo grave per delle semplici scuse telefoniche." Ci penso. "Non voglio più avere niente a che fare con te e basta." Non sia mai che gli venisse in mente di venire fin qui a scusarsi.

    Ma non ha chiamato per questo. Ha chiamato perché mia madre ha un tumore. Ci metto un po' a capirlo. Ascesso in gola. TAC e liquido di contrasto ed un sacco di termini medici usati con la padronanza che può avere aquaman di un becco bunsen, uniti ad un certo turbamento nella voce rendono difficile capire finché non dice: "nove su dieci è benigno".

    Mia madre ha un tumore. Questi fatti risalgono ad oltre una settimana fa, ed ancora non ho digerito come la cosa mi faccia sentire. Posso andare per esclusione e lasciar perdere la gioia; pur nutrendo un certo astio nei suoi confronti, che non si estinguerà mai veramente del tutto, è mia madre. Tirando le somme tra il bene ed il male, l'empatia e la simpatia, è una persona a cui voglio bene, ma non è solo quello.

    È mia madre. No, non è proprio così. Perché mia madre non è quella che mi ha abbandonato 23 anni fa, non è quella che se ne sbatteva di chiedermi i miei sentimenti prima di dedicare un monumento mortuario a mio nome a mio fratello, non è quella che ha permesso che non rientrassi nei parenti prossimi nel santino distribuito a chi ha partecipato al funerale.

    Ha lo stesso nome e cognome, biologicamente è identica ed è lei, in una certa misura, ma non è veramente mia madre. È più complesso di così: mia madre è solo una parte di quella donna. Dentro quella donna c'era la giovane ragazza bionda che aspettavo con occhi grandi come il mondo accanto alla porta di casa, sussultando ogni volta che si muoveva l'ascensore, che quando entrava in casa portava gioia (n.o.), allegria e... famiglia.

    E razionalmente non è così. Razionalmente so che quella donna, mia attuale coetanea, non esiste davvero, non è mai stata una parte di...

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    Last Post by The australian skin il 12 Oct. 2015
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  8. Standard
    The sinking bar

    AvatarBy The australian skin il 21 Aug. 2015
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    Ok buffo come si prendano lezioni di vita da tante e tante cose. Per esempio questa viene da South Park. Nella puntata "raising the bar" si discute del fenomeno Honey Boo-boo, ovvero una ragazzina con dei seri problemi di alimentazione che è la protagonista, insieme ai casi umani che sono i genitori, di un reality show.

    Parliamo di persone che spettacolarizzano la figlia al fine di far sentire migliore lo spettatore al confronto. Che è il successo del Grande Fratello (il reality, non il libro), mostrare scene di vita vera (in realtà verosimile... Bisogna sempre considerare che nulla in TV è realmente vero), dare fiducia in sé stesso allo spettatore mettendolo al confronto con chi è peggio di lui.

    Quello che una volta era decenza, ora viene demonizzato come censura. Lo standard è sempre più basso, come se la discrezione fosse volata... Via col vento.

    Nella puntata James Cameron si immerge nei fondali marini per recuperare lo standard (in inglese "alzare lo standard" si dice "raising the bar", che potremmo rendere con "asticella", qualcosa a cui pensare come ad un oggetto fisico), riuscendo a riportarlo più in alto, così che Michelle Obama si renda conto che è assurdo e repellente fare da arbitro in una lotta nel fango tra ragazzini obesi. Lunga storia (kantofarran alert).

    Mi chiedo però quanto in fretta si faccia a lasciar cadere in basso lo standard, ad accettare per buone cose ignobili. Mi chiedo anche se solo avere standard alti ti renda una persona migliore e se si possa essere una persona passabile senza avere standard alti.

    Quella schifezza vivente del padre di mia sorella si droga.

    Tollerabile.

    La sua assuefazione è tale che il suo equilibrio ormonale viene meno se non fuma ogni giorno.

    Oookay.

    Ed ogni giorno deve assumere la quantità di THC contenuta in un pacchetto di sigarette... di cannabis.

    Ehm...

    Questo significa che svolge il proprio lavoro di tassista sotto l'effetto ingenti quantità di droga.

    No, aspetta, questo non va bene.

    E l'attuale situazione dura da una trentina d'anni.

    Che cosa?!

    E mia madre riteneva sicuro che io ed i miei fratelli fossimo nelle sue mani mentre guidava da Napoli a Torino e ritorno.

    SBEM. Siamo sotto l'asticella. Se stessimo ballando il limbo, questo sarebbe un livello facile. Per un ciclope. Obeso. Sui trampoli.

    Sarebbe facile persino per me, sul piedistallo su cui mi sono messo.

    Il fatto è che ho alzato i miei standard e vorrei alzare quelli di chi mi sta attorno. Il che mi rende antipatico, lo so. Vorrei che mia sorella trovasse inaccettabile fare la fine del padre e non fumasse.

    Il padre, però, è sempre l'eroe di una figlia. Come fa ad essere sotto il suo standard?

    E così l'asticella precipita, giù e più giù. Oltre il punto in cui è finita quando Bill Clinton ha dato del lavoro extra alla segreteria....

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    Last Post by The australian skin il 21 Aug. 2015
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  9. L'apprendista e lo stregone
    ...e mi fissava con gli occhi sgranati

    AvatarBy The australian skin il 21 July 2015
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    E certe volte torno a casa, dopo aver lasciato la mia principessa nel castello. Che non si comincia un racconto con la e congiunzione. E lei non vuole essere una principessa, ma un'artista. Però non ha importanza, perché per me è entrambe le cose, perché dovrebbe avere un proprio regno per quanto è speciale. E per come è speciale, lo riempirebbe di arte.

    Certe notti torno a casa e lui mi fissa. È nella vetrata di una carrozza che sfreccia nitriti (sali di HNO2) mentre mi taglia la strada. È nelle pozzanghere che ha messo a terra di proposito. È dentro gli occhi di un passante più forestiero di me. Uno sguardo nello sguardo, eppure più reale del primo. I soli più piccoli dell'universo, abbastanza caldi da incenerirmi l'anima sfrigolante. Soul 'n chips.

    Certe notti un cane randagio mi guarda in modo strano e mostra i denti. Non come se ringhiasse e mi volesse azzannare la gola. Come se ridesse. E mi volesse azzannare la gola. O un gatto che si burla di me. Un topolino che si fa inseguire senza nemmeno un flauto.

    Certe notti è nella luna che vedi oltre al palazzo in fondo alla via. E ti rendi conto che la rifletti come questa riflette il sole.

    E poi vedi quella vera in un'altra direzione e ti volti nel panico a cercare quella di prima, ma è come se l'avessi solo sognata.

    Venitemi a dire che siamo più reali dei sogni. Più reali delle ombre. Come pretendere che la pioggia non ti bagni, così i sogni ti bruciano. Ti marchiano a fuoco. Così ti ritrovi che la sua risata è al posto del colpo di tosse di un passante.

    Cammino di notte ed il suo sguardo me lo sento addosso ogni volta che smetto di pensarci.

    Ed io cerco di non notarlo, a quanto pare. Perché lo stregone potrebbe prendermi con sé in ogni momento.

    Mi ha tirato fuori da sotto al letto. Mi ha dato forma umana. Quando non ero che un mostro, il mio personale dr.Frankenstein all'incontrario. Che ha strappato un incubo alla fantasia e l'ha portato nel mondo della veglia.

    Sono legato allo stregone. È un patto più forte del sangue. È scritto con la stessa oscurità più fredda. Che devo essere suo oppure nulla.

    E sembra la strada più facile. Camminare sui rasoi di ghiaccio a piedi nudi. Molto più facile se non conoscessi il calore dei dolci prati erbosi su cui passeggiare con la mia principessa.

    Invece così è più difficile. E sai cosa? Adesso basta.

    Adesso sei lì da troppo tempo che fai finta di essere addormentato.

    A farti increspare la barba in un "sarà un sorriso?" alla tremolante luce di una candela, quella stessa che ci ha illuminati mentre naufraghi danzavamo, io e la mia artista.

    Adesso ne ho avuto abbastanza. Adesso facciamo che mi prendo tutto. È inutile che ti arrabbi e minacci di ricacciarmi da dove sono venuto. Non hai capito bene chi sono io. Sotto la pelle australiana. Sotto il mio umorismo pseudo britannico e le mie citazioni. Sotto il bisogno di essere ...

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    Last Post by The australian skin il 21 July 2015
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  10. C H O N P K
    Euforia elementale

    AvatarBy The australian skin il 4 July 2015
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    Il carbonio, come uno scheletro di base, l'idrogeno per dare forma all'indefifino, l'ossigeno per variare l'attrazione, l'azoto per avere un'alternativa via di mezzo, il fosforo per fare accendere la materia ed il potassio per trasportare la linfa vitale.

    Buffo pensare a come gli elementi che servano per costruire un esplosivo efficiente, siano anche quelli indispensabili ad una pianta per arrivare alla fioritura.

    E così mi meraviglio nell'euforia della materia, in quello scherzo irrazionale che è la vita, quando esplodono boccioli e fioriscono fuochi d'artificio.
    Last Post by The australian skin il 4 July 2015
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